acqua

Acqua

dal 7 al 9 aprile

(ven-sab ore 21/dom ore 18:30)

Teatro Laboratorium

via leopoldo ruspoli 87-93 0645477049

Nota in itinere dell’autore

Ci sono delle cose di cui vorresti parlare,
ma di cui non sai nulla.
Vorresti parlarne, raccontarle
ma ti senti soltanto presuntuoso.
Vorresti averle vissute ma ne hai paura.
Ti vorresti fare portavoce
di voci che non conosci.
Credo sia così che
mi sento
mentre tento di raccontare
della guerra
in “Acqua”.
E’ una continua corsa
al verosimile.
Non avrei avuto il coraggio
di vivere la storia
che voglio raccontare.

Juan è un desaparecido. Scappato da Altrove e rifugiatosi Qui. “Ogni mattina vado a guardare il mare e trovo sempre lo stesso pescatore”. A lui decide di raccontare la sua storia, ad un uomo di cui non conosce il nome e nemmeno la lingua. Vuole raccontare la sua storia fatta di ricordi spezzettati e smozzicati. “Sono una statua di pezzi accumulati”. Quando finalmente riesce a mettere apposto i suoi ricordi comincia il racconto. Una storia raccontata con ironia e con ingenuità. Una storia raccontata da chi non ha avuto il coraggio. Da chi era impaurito. “Ci si ricorda di popoli che non hanno reagito ma non di singoli che avevano paura”.
Il suo Altrove, da cui è riuscito a fuggire, sono le nostre Abu Ghraib e Guantanamo, il Cile di Pinochet e l’Italia del Fascismo. E adesso è Qui perché vuole che qualcuno lo conosca. "Conosca me. Perché? Perché non voglio sparire.” Come tutte le storie.

acqua (a momenti)

"la guerra è come l'acqua.

fa parte di noi del nostro organismo."

dal 7 al 9 aprile

ore 21

"Acqua"

di e con

giovanni avolio

regia di

giancarlo porcari

al Teatro Laboratorium

via leopoldo ruspoli 87-93

zona portuense

(ps: affrettarsi a prenotare...numerosi)

in arrivo

"Sono andato via da altrove.
E sono venuto qui. A guardare il mare.
Lontano da altrove. Perchè altrove è una cosa che mi rimane dentro.
anche se adesso sono qui.

E non c'era bisogno di vedermelo anche attorno"

Acqua

dal 7 al 9 aprile

Teatro Laboratorium

via leopoldo ruspoli 87-93

qualcuno, passando prima, ha detto... (2)

"[...] tutto questo non potrà mai davvero cambiare finchè la cultura o le arti non saranno che appendici della nostra vita, da essa separate e, una volta tali, ovviamente superflue. Tale arte è difesa soltanto da quell'artista a cui per temperamento è necessaria, perchè è la sua vita. In teatro si torna sempre allo stesso discorso: non basta che autori e attori avvertano questa necessità impellente, è importante che sia condivisa anche dal pubblico. In questo senso, quindi, non si tratta tanto di corteggiare il pubblico, quanto, cosa ben più difficile, di creare opere in grado di risvegliare nella gente una fame e una sete che innegabilmente già hanno."

Peter Brook

è questione di programmazione

uhhhmmmmm

interessante

mi è arrivata una lettera.
era di un teatro.
"in seduta 6/2/2006 abbiamo esaminato la proposta del suo spettacolo, ma purtroppo la programmazione è già piena."
Già piena? Il 6 febbraio?

Ma uno che fa? fa uno spettacolo e poi forse tra una decina d'anni lo fa vedere?

pare che sto prenotando una risonanza magnetica all'ospedale!

(a proposito ieri ne ho fatta una...mi insospettivano gli infermieri così carini, la dottoressa così gentile...

ovvio...ti stanno per infilare dentro un tubo-sarcofago per quasi un'ora!)

uhhhhmmmm

interessante
uhmmmm.

interessante.