Acqua
di e con giovanni avolio
regia di giancarlo porcari
"Il testo è toccante e adotta simboli e metafore molto calzanti per sottolineare i concetti che vuole esprimere; particolarmente incisivo nel descrivere le sue esperienze come ricordi sbriciolati e spezzettati per volere di qualcun altro o per paura di ciò che da questi potrebbe scaturire. Il riferimento ad oggetti della quotidianità permette di focalizzare immediatamente fatti che ad oggi non ci toccano così direttamente e sembrano essere ad una “distanza di sicurezza” dalla nostra realtà e anche dal nostro vissuto, ma che hanno interessato generazioni a noi molto vicine e popoli non molto lontani da noi, che abitano il nostro pianeta, e ne condividono con noi i quattro elementi costitutivi: l’Acqua (appunto), l’Aria, la Terra e il Fuoco. E’ in programma, ad opera dello stesso autore, un progetto che prevede la rappresentazione della “Tetralogia degli elementi”, perché L’Acqua racchiude le voci dei popoli, la terra le vive, il Fuoco le inneggia e il Vento le racconta."
Alessia Luce...(clicca sul nome per leggere l'intero articolo)
"Un testo forte, emozionale, recitato come fosse una cascata d’acqua, in cui le parole scorrono veloci, strumenti del racconto di una vita in cui ogni frammento è parte integrante dell’intero organismo.Un fluire di parole reso in modo cantilenante, come la musicalità di un accento spagnolo può aiutare a fare, sebbene con il rischio di rendere il tutto una litania del dolore. Ma del resto «il mondo è abile a fare finta di niente. A scorrere senza guardare. Come i titoli di un giornale. Scorri e passi avanti». E forse, questa monotonia del parlato agevola il ricordo delle parole di Juan in profondità, ricordando amaramente come sia facile che l’inchiostro di alcuni racconti si trasformi in sangue."